In questo articolo proveremo a farci davvero del male andando a testare la salita della Cajada.
Stiamo parlando di una salita con 606 metri di dislivello e una lunghezza di 7.5km, che ci porta ad avere una pendenza media dell’8%.
Questa è una chicca della zona, poco conosciuta ma davvero impegnativa. In cima inizierà una strada sterrata, quindi per quelli che hanno la bici da corsa (come me), bisognerà tornare indietro.
Superficie | 99% asfalto |
Lunghezza | 7.5 km |
Dislivello | 606 m |
Pro | Niente traffico |
Contro | Salita, strada senza protezioni, detriti per terra, gallerie, in cima non c’è campo |
Arrivare ai piedi della Cajada
Pre arrivare ai piedi di questa salita dovremo dirigerci in zona Faè (Longarone).
Qui sotto vediamo come raggiungerla sia arrivando da Belluno che arrivando da Cortina.


In ogni caso sono presenti delle indicazioni chiare, quindi capirete subito se siete sulla giusta strada oppure no.
Ora, se arrivate da Belluno dovrete fare qualche centinaio di metri e girare a sinistra su un sottopassaggio, mentre se arrivate da Cortina il sottopassaggio lo troverete quasi subito girando ovviamente a destra.
Al bivio tenete la destra e inizierete subito a salire.
La salita della Cajada
Dopo circa un kilometro di salita che vi avrà già fatto rompere il fiato (o cambiare idea) arriverete ad un bivio. Seguite le indicazioni per Cajada e andate a sinistra.

Ora inizierà una strada bianca che diventerà sempre più impraticabile se abbiamo una bici da corsa (con una MTB una gravel non avremo problemi).
Non preoccupatevi, in quanto questo pezzo dura qualche decina di metri. Scendiamo, prendiamo in mano la bici e camminiamo tenendo la destra e fino ad arrivare all’inizio vero e proprio della salita, che troverete qui.

Ora montiamo in sella e iniziamo a pedalare.
La salita
Da questo momento in poi aspettiamoci pendenze che variano tra l’8 ed il 13%, con un pezzo che “spiana” al 4% a metà e che dura circa 700 metri.
Questo sarà l’unico momento di relax, quindi dovremo gustarcelo appieno.
Il primo terzo di salita è contraddistinto da 5 tornanti (i primi ogni 200 metri e l’ultimo dopo 1km).
Poi basta, il resto sarà tutta salita, con un panorama neanche entusiasmante in quanto saremo chiusi nella gola tra le montagne.
A tal proposito attenzione, perché il cellulare da metà salita non prende.
Ora, come anticipato, tutto quello che dovremo fare sarà pedalare e anche con una certa fatica, in quanto le pendenze tendono ad essere impegnative.
Osservate la strada per individuare eventuali sassi o altri problemi sulla strada, che potrebbero crearci disturbo nella discesa.
La parete tende a franare spesso, quindi non è raro avere a che fare con pezzi di roccia belli grandi.
La fine della salita
Una volta arrivati in cima, preparatevi alla delusione! Difatti, oltre alla soddisfazione di aver completato una salita così impegnativa, non verrete ripagati in altro modo.

Semplicemente sarete in mezzo ad un bosco e la strada da asfaltata diventa bianca. Se vogliamo proseguire (con gravel, mtb o a piedi), possiamo farlo sapendo di arrivare a Malga Palughet.
Nota culturale: nei pressi di “Villa Scotti” potremo ammirare la “Regina di Cajada“, che è un abete bianco monumentale alto 35 metri e con un’età stimata di 200 anni.
Ma il giro in ogni caso sarà ad anello e torneremo sulla strada che abbiamo appena fatto.
Quindi la discesa a Faè diventa un obbligo.
Attenzione all’umido sulla strada, ai detriti e ad eventuali macchine.
Segmento di Strava
Su Strava è presente un segmento chiamato Cajada lungo 6.91km e un dislivello di 680m (pendenza media del 9.8%).
Attualmente il KOM è di 29:29 minuti, mentre la mia prestazione è stata di 45:53 minuti.
Ovviamente fammi sapere il tuo tempo nei commenti!
Concludendo
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Sono un appassionato di giri in bici nel Veneto, dal 2018 ha preso in mano una bici da corsa e da quel momento non mi sono più fermato!
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